Clemente Rovere descrive la scena raffigurata nella tela allestita sulla parete ovest della Sala degli Staffieri: “Il Duca Carlo III, detto il Buono, il quale, piuttosto che piegare alle proposte del Re di Francia, perde il proprio Stato, ricuperato poi da Emmanuele Filiberto. (1533)”. La porzione sinistra dell’opera raffigura il duca in un consesso di nobili nei pressi di una citta marittima identificabile probabilmente in Nizza.
La virtù di Carlo III (o II, secondo la più comune genealogia sabauda), padre del duca Emanuele Filiberto che trasferì la capitale del ducato da Chambéry a Torino ne 1563, è ritratta sulla destra armata, con corazza e un brocchiere. La donna abbraccia saldamente il tronco di un possente albero identificabile in una quercia, simbolo di robustezza, dote che secondo il programma iconografico di Emanuele Tesauro fu impersonata dal duca Carlo.