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La Riflettografia Infrarossa Falso Colore è un’analisi non distruttiva che svolge un ruolo importante nella diagnosi delle nostre tele, poiché prendendo in esame la natura specifica di ogni pigmento – identificato da una composizione chimica riconoscibile dal modo in cui assorbe l’infrarosso – permette di identificare stesure apparentemente simili, differenziandole cromaticamente.
Come funziona a livello pratico? L’analisi si ottiene anche in questo caso grazie a filtri passabanda anteposti all’ottica di ripresa, che permettono di registrare le componenti nella porzione spettrale corrispondente al verde, al rosso e all’infrarosso, restituite sul monitor nella terna rosso, verde e blu.
L’analisi si basa sulla risultate cromatica finale dell’immagine ottenuta sempre tramite un’elaborazione digitale di più immagini dello stesso soggetto, in cui sono contenute le informazioni provenienti dalla regione infrarossa. Stesure cromatiche simili nel visibile, ma con composizione chimica differente, possono infatti comparire nel falso colore con cromie ben differenziate, divenendo distinguibili.
Il rosso di cadmio, il vermiglione e il minio – pigmenti rossi nello spettro del visibile – vengono restituiti con varie tonalità di giallo in Infrarosso Falso colore, mentre la terra di Siena bruciata oppure il rosso Veneziano risultano di un colore verde sporco o bruno.
L’azzurrite e il blu di Prussia risultano con un’altra tonalità di azzurro, mentre lo smaltino e il blu ceruleo appaiono di colore rosso in Infrarosso Falso colore.