#11 Restauro dipinti Virtù: LA PIETATEM

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Intanto che, ottenuto un buon numero di informazione grazie alla campagna diagnostica, possiamo muoverci più spediti con la pulitura definitiva delle prime tele individuate come non presentanti casi particolari, ancora oggetto di approfondimenti da parte di ricercatori e studiosi, ne approfittiamo per presentarvi meglio alcune di queste.

Non ci siamo infatti ancora soffermati sulla storia ed il significato di queste dodici Allegorie. Sappiamo certo che si tratta delle Virtù Regie di casa Savoia, ma che cosa racconta ai posteri questa serie di dipinti? Abbiamo deciso di svelarvelo a poco a poco, seguendo l’andamento progressivo dei lavori, un’opera alla volta.

La descrizione dei soggetti fu riportata da Clemente Rovere nella sua pubblicazione, edita nel 1858 e interamente dedicata al Palazzo Reale di Torino.

La PIETATEM

Nel libro, a proposito della tela che oggi vi presentiamo, si legge: “Amedeo VIII (il Pacifico), il quale, dopo gloriose guerre, e dopo aver preferito al trono la solitudine del monastero di Ripaglia, eletto papa, per far cessare i dissidi nella Chiesa, rinunzia anche alla tiara (1434-1439).”

L’episodio storico a cui si riferisce Rovere e l’iscrizione riportata sulla tela rimanda ad Amedeo VIII di Savoia (1383-1451) che, ritiratosi dalla vita pubblica, dal 1434 stabilì la propria residenza sul lago di Ginevra nel castello di Ripaglia, preferendo un’esistenza ritirata e religiosa. Nonostante questa scelta, durante il concilio di Basilea, nel 1439, venne eletto pontefice, per saggezza e lignaggio. con il nome di Felice V, districandosi fra le difficoltà fino all’abdicazione avvenuta nel 1449. Nella tela il duca è ritratto sulla destra, insieme ai confratelli, con indosso il saio e il collare della Santissima Annunziata, mentre si dirige verso San Maurizio che gli porge un vessillo con la caratteristica croce lobata, simbolo dell’Ordine a lui intitolato.
In primo piano, l’allegoria della Pietà è raffigurata come una donna incoronata che regge nella mano destra un cuore e nell’altra una fiamma. Alle sue spalle un agnello brucia su un altare sacrificale.

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